In data 1° marzo 2024 l’effettivo di militari incorporati nelle formazioni ammontava a 146'974 unità. Di questi, 104'168 dovevano ancora prestare dei giorni di servizio d’istruzione (70.9%) e 42'806 avevano già adempiuto il loro obbligo di servizio d’istruzione (29.1%).

Rispetto al 2023 l’effettivo reale è diminuito di 204 unità, ma supera ancora del 5 percento il limite massimo di 140'000 militari previsto dall’ordinanza sull’organizzazione dell’esercito. Il motivo risiede nel fatto che, con l’ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs), nel 2018 la durata dell’incorporazione è stata ridotta a dieci anni, ma per garantire gli effettivi nella fase di transizione i soldati e i sottufficiali che hanno completato la scuola reclute prima del 2018 rimangono incorporati nell’esercito per 12 anni.

11'000 partenze anticipate all’anno

Dopo che verso la fine del decennio in corso saranno state prosciolte dal servizio le ultime due classi d’età con un obbligo di prestare servizio militare di 12 anni, entro il 2030 l’effettivo reale scenderà al di sotto delle 140'000 unità. Questo calo è dovuto al fatto che già oggi l’esercito perde ogni anno oltre 11'000 militari, che vengono prosciolti prima di aver adempiuto il proprio obbligo di prestare servizio militare. Le partenze per motivi medici e altri motivi sono rimaste stabili, mentre sono aumentate quelle verso il servizio civile, che attualmente rappresentano più del 60 percento delle partenze totali.

Il gran numero di militari non più soggetti all’obbligo di prestare servizio d’istruzione, in combinazione con il numero elevato di partenze, determina anche una carenza di effettivi nei corsi di ripetizione. Questa situazione complica l’addestramento e a medio termine riduce la prontezza all’impiego.

Per stabilizzare l’apporto di personale, l’esercito ha già adottato diverse misure nell’ambito della comunicazione, del reclutamento, della fidelizzazione e della consulenza. Per garantire a lungo termine gli effettivi dell’esercito e della protezione civile, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), in collaborazione con il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca, sta attualmente verificando due modelli di servizio alternativi.

Le partenze dall’esercito delle persone soggette all’obbligo di prestare servizio militare sono ancora elevate